Penso che diventerà uno dei miei fotografi preferiti, il suo portfolio è impressionante, guardate il suo sito!
Le fotografie di Burtynsky sono un trattato sulla potenza (e i pericoli) della natura e della tecnica umana, un’indagine sull’infinitamente forte, sul suo essere esteticamente così bello, ma anche sul pericolo che questa forza infinita, in mani troppo terrene e capaci solo di contare denaro, diventi un rischio per noi e per tutto ciò che ci circonda.

[Questo non è un potetico vulcano, ma una colata di Nickel]
Burtynsky è uno di quei fotografi che potremmo quasi definire narrativi, naturalistici: il suo sguardo ha un taglio apparentemente classico ma questo accade perché ai soggetti che riprende nulla va aggiunto. E’ la potenza stessa di un universo così stritolato da forze esplosive che si auto-imprime sulla pellicola.

[Effetti dell’uranio]
E’ il vigore travolgente della mano dell’uomo che taglia arcipelaghi, interrompe il corso dei fiumi, scava nei segreti degli atomi per trovarne il maestoso potere da ingabbiare e sfruttare a suo piacimento. Estasi e pericolo: quel fragile limitare che separa l’ammirazione dalla paura.

[Cimitero di navi]
L’uomo e la terra. Luci e ombre.

[Cave]
L’uomo e la terra. Luci e ombre. A cura di Enrica Viganò, fino al 27 marzo 2011. Sala Verri, Centro Culturale di Milano. Orari: da lunedì a venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, sabato e domenica dalle 16 alle 20 martedì, giorno di chiusura. Ingresso gratuito.
FONTE: http://www.edwardburtynsky.com/
S.
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