L’Atelier Del Riciclo si occupa del riuso creativo di oggetti che apparentemente hanno esaurito la loro funzione ma, per particolarità delle forme e qualità dei materiali, possono trasformarsi in opera con un nuovo ed elevato valore d’uso.
CHE COS’E’ L’ATELIER
Nato come associazione di promozione sociale fondata da creativi nel segno dell’eco-consumo di qualità, l’Atelier oggi ospita sia l’associazione che un laboratorio di idee volte al recupero e all’up-cycling di materiali e oggetti nel segno della moda, dell’arte e del design. Organizza eventi, esposizioni di recycled art ed eco- desing, swap party, momenti di divertimento, discussione e scambio per favorire il flusso sociale della fantasia e della creatività.
RECYCLED, NOT TRASH
Rispetto al passato, rimane valido il concetto di recupero: oltre il 60% di ciò che scartiamo o buttiamo può diventare una risorsa. Ma l’Atelier si stacca dal trash per due motivi: recupera solo oggetti di qualità e ne promuove le riqualificazione (nel fashion per esempio) e la rielaborazione attraverso percorsi d’arte e green-design.
IDEE E PROGETTI AD PERSONAM
Qualsiasi oggetto, anche il più banale, se è bello ha un’anima. Nasconde potenzialità estetico-funzionali che lo rendono fonte d’ispirazione e può diventare quindi qualcosa di unico. Per questo l’Atelier, oltre a promuovere lo swapping di abiti e accessori moda piò o meno griffati, sostiene, coordina e ‘mette in vetrina‘ giovani artisti, architetti, artigiani e designer che offrono servizi di nuova concezione: dal relooking di abitazioni e spazi professionali alla creazione di recycled-furniture, cioè di mobili, suppellettili e installazioni che consentono di rinnovare gli spazi abitativi mantenendo l’impronta personale e unica di chi ci vive, esaltandone il gusto e la storia.
COSA CREA L’ATELIER: GREEN GLAMOUR TRA ARTE E DESIGN, MODA E CULTURA
Le creazioni promosse dall’Atelier spaziano dall’interior design al wardrobe refashioning (ri-creazione di abiti e accessori moda) con un unico comun denominatore: il senso della bellezza come ‘fattore riqualificante’ del vissuto quotidiano. E non solo in senso estetico. Liberare l’oggetto della sua funzione codificata significa infatti liberare se stessi dall’abitudine al consumo condizionato. E’ un processo che porta ad un contatto più libero e creativo con le cose: una piccola, grande rivoluzione estetica che sgancia dall’omologazione e dalla logica della ripetizione coatta. Ogni oggetto, infatti, è unico. Rinasce dalle sue ceneri con la bellezza di un’araba fenice. E diventa qualcosa di prezioso, totalmente nuovo, affascinante.